TRASFERIMENTO in Hotel con bus privato
· Ore 14.30 _ Ritrovo
x Visita guidata:
Chiesa Bambin Gesù,
Fatevi esaudire un desiderio dal Gesù Bambino di Praga. La chiesa di Maria Vergine Vittoriosa nel Quartiere Piccolo al primo sguardo suscita nel visitatore una sensazione di sobrietà, austerità. I suoi interni, però, nascondono un tesoro ammirato da milioni di persone in tutto il pianeta. Alla deliziosa statuetta conosciuta nel mondo come “Gesù Bambino di Praga”, ogni giorno rendono omaggio centinaia di fedeli cattolici. Vengono a chiedere un aiuto in caso di malattie, a pregare per la pace, alcuni si rivolgono a lui perché desiderano avere un bambino, altri ritornano per ringraziarlo per il desiderio esaudito. Venite a vedere la chiesa con il Gesù Bambino di Praga, chissà se anche i vostri desideri segreti non si avverino!
Mala Strana
Il quartiere di Mala Strana è uno dei più affascinanti di Praga:
la parte ad ovest del fiume Moldava, la “parte piccola” della città,
che è il significato del suo nome, è una di quelle zone che piacciono un
po’ a tutti. Anche se è una zona piuttosto turistica è facile dimenticarsene e assaporare l’atmosfera tranquilla ed elegante nelle stradine meno affollate. Mala Strana è uno degli angoli più romantici di Praga, ed è anche un bell’esempio di architettura barocca
locale, che unisce elementi cechi con influenze dell’Europa
occidentale. Quello che rende straordinario questo quartiere non è
soltanto la sua uniformità e coerenza architettonica, ma il fatto è che rimasto praticamente inalterato dalla fine del ‘600 ad oggi.
Isola Kampa
Circondata dal fiume Moldova, l'Isola di Kampa è ricca di giardini e
palazzi settecenteschi. È la zona perfetta per fare una passeggiata
senza allontanarsi dal centro di Praga ma allo stesso tempo tenendo a
distanza i rumori della città. Sull'isola vi è il 'Muro di John Lennon',
simbolo della protesta giovanile contro il regime comunista.
le mura di John Lennon,
Sul muro di John Lennon a Praga, la scritta “Gesù ti
ama” spicca in grande sulle altre – lettere variopinte che compongono
parole e raccontano la storia di uno dei luoghi simboli della capitale
della Repubblica Ceca. Quella di una parete in piazza del Gran Priorato (Velkopřevorské
náměstí) nella città piccola di Mala Strana diventata, a partire dagli
anni 80, simbolo di pace e libertà per la popolazione. In particolare
per i giovani. Furono loro, ispirandosi al leader dei Beatles a vergare il cemento
di graffiti e disegni e a trasformare questo angolo nel muro di John
Lennon a Praga. Un grande manifesto di sfogo e pensiero libero. Non gradendo affatto né il luogo né il significato che andava
assumendo, nel 1988 il regime comunista guidato da Gustav Husak cercò di
screditare agli occhi dell’opinione pubblica luogo e significato. Definì “Lennoniani” i seguaci del movimento pacifista ceco che
vedevano proprio nel muro di John Lennon a Praga e nel personaggio reale
che lo aveva ispirato un leader da seguire per i suoi ideali. Per i governanti quei ragazzi erano solo dei violenti, alcolisti,
psicopatici e “paladini del capitalismo”. Così, in special modo di
notte, cercarono di ridipingere la parete più e più volte. Mossa inutile
perché i ragazzi la ricoprivamo dei loro graffiti. Nel novembre del 2014 alcuni artisti di strada hanno imbiancato il
muro di John Lennon a praga coprendo così tutti i disegni colorati.
Sulla parete bianca è stato scritto “The wall is over” per ricordare la
caduta del muro di Berlino, poi modificato in “The war is over”. Ancora oggi la parete di Mala Strana è un simbolo di pace, amore e
fratellanza riconosciuto da tutti. È di proprietà dei Cavalieri di Malta
che permettono a chiunque di dipingerlo senza alcun divieto. E a chi
passa di lì di ammirarne le scritte e ricordarne la storia.
Nel silenzio dell’alba, il Ponte Carlo risplende sulla Moldava: mentre i miei passi risuonano sulla pietra sospesa lungo il fiume di Praga, sento le acque sbattere contro le arcate e raccontarne la storia.
Il Karluv most, in lingua ceca, venne costruito nel 1357 per volere
di Carlo IV di Lussemburgo dall’architetto Peter Parler – lo stesso che
realizzò la cattedrale di San Vito nel Castello lassù – ma fu completato
solo nel 1402. Una leggenda dice che per edificare la struttura medievale furono
aggiunti all’impasto della malta dei tuorli: a ogni villaggio del regno,
il Sovrano chiese di contribuire con un carro ricolmo di uova. Il Ponte Carlo doveva rimpiazzare quello di Judita, distrutto da
un’inondazione nel 1342, e unire di nuovo l’odierna capitale dopo che la
Città Vecchia era stata divisa da Mala Strana, il quartiere bijoux
della Parigi dell’est – come è chiamata Praga. È da lì che arrivo. Passeggiando nella luce fievole dell’alba,
l’unico momento per godersi da soli la campata, ho incontrato il profilo
delle torri: la più bassa risale al periodo romanico del regno di
Venceslao I. Quella più alta fu eretta durante il regno di Giorgio di
Poděbrady, nella seconda metà del ‘400. Spinto dal vento dell’est continuo a camminare il Ponte Carlo,
simbolo di Praga: 500 metri di pietra sospesi sull’acqua attraversate a
ogni ora del giorno da migliaia e migliaia di persone. Lungo le sue
balaustre sono state aggiunte trenta statue di santi agli inizi del 700.
La loro foggia barocca si sposa col gotico della gittata, esaltandone
la bellezza. Le sculture originali si trovano nel Lapidario del Museo Nazionale di
Praga: quelle che sfilano ai miei fianchi sono copie. Alcune risalgono
all’800. Sono state realizzate dai maestri boemi Matthias Braun e
Ferdinand Brokoff. Fu quest’ultimo a progettare i due gruppi statuari
nel 1714. La prima che attrae la mia attenzione, sulla sinistra, è la figura di
San Vito su un monte, Imperturbabile tra serpenti e bestie feroci.
Proseguendo, incrocio lo sguardo di San Filippo Benizzi, l’unica
scultura in marmo che si trova sul Ponte Carlo. Continuo ad andare avanti e raggiungo la metà della campata dove
spicca la statua di San Giovanni Nepomuceno. Sul piedistallo c’è
raffigurato il martirio del santo quando fu gettato nella Moldava per
non aver tradito il segreto del confessionale. Oltre, sulla sinistra, c’è una Crocifissione del Seicento, rimpiazzo
obbligato dell’originaria croce medievale. Arrivato alla fine del Ponte
Carlo e della sua storia guardo le ultime due statue: la Vergine con San
Bernardo e di fronte Sant’Ivo. Mentre il sole si alza nel cielo, i suoi raggi scendono obliqui sulla
Torre della Città Vecchia. Sulle mura esterne stemmi araldici
rappresentano i territori del Sacro Romano Impero sotto il regno di
Carlo IV. È lui quello che appare lassù, insieme a Vaclav IV con la
corona imperiale. Il giorno sorto porta con sé il vociare impastato del risveglio. I
primi artisti cominciano ad arrivare: aprono i loro seggiolini,
distendono la carta, temperano i colori. Aspettano i turisti e la loro
umanità variopinta da fermare in un istante mentre scorre lungo il Ponte
Carlo come l’acqua della Moldova di sotto.
· Ore 19.30 _ CENANDO
· PRAGA _ BY NIGHT
· Ore 19.30 _ CENANDO
· PRAGA _ BY NIGHT
· SI DORME
Nessun commento:
Posta un commento